EXPERTISE
Percezioni, vibrazioni, sensibilità. L'arco inteso come mediatore, come anello mancante, come punto di congiunzione tra l'estro del musicista e la risonanza dello strumento.
Un arco conduce, trasmette e trasforma un sentimento profondo, che viene successivamente tradotto e amplificato, suggellato in un matrimonio capace di generare quel magico cerchio sonoro che conosciamo come Musica.
Fu la famiglia Tourte a gettare le fondamenta di questa nobile arte, raggiungendo il proprio apice a ridosso del XVIII° secolo. E' solo attraverso la conoscenza del passato, la sicurezza tecnica e la consapevolezza stilistica, che siamo riusciti, nel tempo, a sviluppare concetti nuovi e personali, senza però venir meno alla tradizione.
L'arco inteso come la fusione tra la bellezza artistica dell'oggetto e la funzionalità meccanica della sua applicazione. Un vincolo che stimola scelte ardite, talvolta estreme, ma necessarie.
Nasetto e bottone sono gli elementi più interessanti del procedimento costruttivo. Composti da parti minuscole che richiedono un altissimo livello di manualità ed attenzione al dettaglio. Le polveri di pernambuco invece variano in relazione alla specie, alla mineralità del terreno in cui cresce l'albero e alla posizione geografica dello stesso, inebriando la bottega col loro profumo.
Per gli archi moderni le nostre scelte ricadono sul pernambuco compatto di Natal o di Recife, mentre per i barocchi prediligiamo il legno serpente e il legno ferro. Basta un colpo di bacchetta, percossa sul pavimento, per riconoscere tutti i potenziali pregi o limiti del futuro arco. Il materiale molto variabile ha la tendenza a scaricare suoni che tendono verso l'alto, mentre i legni più compatti facilitano un'emissione rotonda e morbida. I segreti degli archi antichi? La stagionatura del materiale che consente la produzione di armonici puri, senza interferenze dovute alla presenza di acqua o cellule non completamente sclerotizzate.